“L’apparire inganna”: questa piccola opera è forse la metafora della trascendenza, almeno per la mia ottica delle cose.
Un acquerello, dal sapore intimista, dove vi è raffigurata una sorta di strana creatura, che diventa una magica apparizione dal sapore mistico, una creatura mitologica (sembrerebbe un uomo cervo, ma pure una pianta ibridata, un uomo mascherato da stregone oppure un’animale “umanizzato”…), come quelle creature narrate nelle vecchie fole… ma quello che noi vediamo, quello che si manifesta, è reale? oppure è la nostra mente, i nostri occhi interiori che ci fanno vedere, forse, la verità delle cose? Qui sta, secondo me, la mera questione dell’arte, quella della “raffigurazione” o, come diceva Paul Klee di “rendere visibile l’invisibile”.
La strana creatura non so se esiste, a me però si è manifestata,
ne ho intuito la sua presenza, ho avuto il coraggio di osservare oltre l’osservabile…
di fronte a lei non ho paura…
Lei mi osserva, io la osservo e la dipingo, su di un piccolo foglio di cartone.
Sono testimone di un evento particolare, ma non sono nervoso
cerco soltanto di fare un bel quadro…
“L’apparire inganna” 2011. Tecnica mista su cartone intelato, cm 20×20. Courtesy Laboratorio Delle Arti, Piacenza.