“BABAU/BAUBAU”
una mostra di e sui mostri: disegni di RAFFAELLO BECUCCI
inaugurazione: venerdì 1 Aprile dalle ore 17,00
dal 1 al 30 Aprile 2016 presso la libreria “MARABUK”
via Maragliano 29/e, 50144 Firenze
per info: 055/360437 marabuk@mail.com
Venerdì 1 Aprile alle ore 17,00:
incontro/tavola rotonda sul tema del mostro e del mostruoso (e i suoi riflessi nel mondo filosofico, della letteratura e delle arti visive) con Ubaldo Fadini, Raffaello Becucci, Claudio Parrini e Simone Vertucci…
Che cosa intendiamo mai per “mostro”?
Il termine si perde nei suoi vari significati, sia positivi che negativi: mostro (dal latino “monstrum”, prodigio) equivale ad anomalia, bizzarria naturale, stranezza, esperienza contro natura… ma se facciamo un’analisi più accurata, anche nella sua declinazione anglo/popolare “freak” (fenomeno da baraccone) possiamo dire che “mostro” deriva da “mostrare” e che il mostro può essere indicato/individuato nella mostra è si dà come opera…
Da tempo l’artista Raffaello Becucci sta portando avanti un lavoro sull’irrisolto, sul così detto “nascosto”, scovando nelle iconografie, nelle immagini una storia per tracciare un viaggio/percorso figurativo, per raccontarsi: così si dà libero sfogo alla fantasia repressa, che diventa strumento di conoscenza, e questo grazie alla pratica del disegno. Visioni che si intrecciano tra loro, immagini come brandelli di ricordi, come mappe da decifrare, epifanie che prendono forma su carta, appunti disegnati, scarabocchiati di strane quanto intriganti fantasticherie che servono per esorcizzare quei fantasmi interiori, appunto i “mostri”, che abitano dentro i sogni, che si muovono nella testa…
Il mostro quindi diventa un tema con cui spesso l’artista si confronta, anzi, più che il mostro, il “babau”… l’essere che, fin dall’antichità, terrorizza i bambini di notte, che vive e prende forma sotto il letto o dentro l’armadio. Il babau (o baubau) è una figura chiave del folklore europeo, differenziandosi negli usi e costumi locali, ma sopratutto, ed è quello che interessa a Raffaello Becucci, è la traslazione tra l’inconscio e la realtà, quello di trasferire le proprie paure in una forma/immagine/ simulacro per esorcizzarle, e questo grazie alla pratica dell’arte…
Così Raffaello Becucci ha realizzato, per l’occasione, una serie di disegni con una tecnica che lega inchiostro di biro, china, verderame, caffè, bitume su carta applicata su tavola (così da richiamare l’idea di un’arte votiva, ispirata alle immaginette popolari, ai tarocchi, ai bestiari medievali, ma anche alle icone sacre, gli ex voti, i santini…). Disegnare perché nel disegno c’è l’essenzialità delle cose, l’atto creativo che ritorna all’origine. C’è il bambino che si diverte (necessità?) a creare compagni di giochi e d’avventura, dando libero sfogo ad un’energia comunicativa altrimenti repressa, ma sopratutto il disegno è uno strumento per affondare le mani e la mente nell’irrisolto: quindi la mostra alla Marabuk diventa una curiosa raccolta/collezione di creature irreali, come angeli caduti, animali ibridati, draghi incendiari, deformità irrisolte, arpie, demoni, che ci riportano alla mente le leggende arcaiche, la mitologia, ma anche i bestiari fantastici, come quelli ad esempio di Ulisse Aldovrandi o di Fortunio Liceti, le divinità primitive, i trattati di medicina, fino alle “bizzarrie” che si sono stratificate nella memoria culturale e che, grazie all’arte, riemergono con forza… Così facendo si esorcizza l’ancestrale paura che l’uomo ha verso la parte irrisolta di se stesso, cogliendo nel mostro, nel babau appunto, l’emozione del sublime…
Inoltre, il giorno dell’inaugurazione, venerdì 1 aprile, alle ore 17,00 si terrà un incontro/confronto sul tema del mostro e del mostruoso (e come questo si rifletta nel mondo dell’arte e della cultura), coordinato da Ubaldo Fadini (docente di filosofia morale all’Università di Firenze), Raffaello Becucci, Claudio Parrini (artista e fondatore del progetto “Outarte”) e Simone Vertucci.